Le variazioni introdotte nel regolamento riguardanti il comportamento di un accompagnatore in una competizione schermistica, hanno di fatto limitato drasticamente il suo aiuto durante un assalto.
Durante il girone iniziale l’accompagnatore non può entrare nel parterre e pertanto, ferme restando le esigue possibilità offerte dalla fortuna ovvero dalla ubicazione e disposizione delle pedane (ad esempio se poste ai bordi del perimetro o di fronte alla recinzione , l’atleta è generalmente solo.
Pertanto le indicazioni tattiche saranno limitate ai soli intervalli fra assalto e assalto, sempre che l’accompagnatore abbia potuto osservare il precedente.
E’ infatti necessario considerare attentamente, visto il rapporto partecipanti\accompagnatori, che nel girone iniziale TUTTI o quasi i ragazzi tirano in contemporanea
Per quanto riguarda la fase di Eliminazione Diretta, un solo accompagnatore può porsi in fondo alla pedana, alle spalle del tiratore e NON PUO’PARLARE DURANTE L’ASSALTO MA SOLO NEI MINUTI DI INTERVALLO FRA LE MANCHES.
Gli arbitri , specialmente nella competizioni U14, sono abbastanza tolleranti ma il regolamento parla chiaro.
Poichè la gara è l’occasione per definizione per accertare l’affiatamento fra accompagnatore e atleta impegnato, e’ indispensabile che tale affiatamento sia impostato e perfezionato in sala di scherma come le altre componenti dell’allenamento : LEZIONE, ESERCIZI, ASSALTO, PREPARAZIONE FISICA.
Ecco quindi l’importanza degli assalti controllati dai Maestri che alternativamente consigliano i due spadisti in pedana.
Preso atto che il regolamento ridimensiona drasticamente il linguaggio gestuale fra accompagnatore e atleta, vediamo se è possibile individuare una piattaforma di partenza, ancorchè minima, per una reciproca comprensione .
Un Maestro accompagnatore osservando prima e durante gli incontri del proprio allievo quelli degli avversari, percepisce in anticipo la chiave tecnico\tattica di lettura dell’assalto ma affinchè tale conoscenza risulti di effettivo aiuto al tiratore è necessario che si verifichino le seguenti condizioni :
1°) Che l’allievo conosca perfettamente il significato del linguaggio del Maestro sia sonoro che gestuale.
2°) Che l’allievo ricerchi l’aiuto del Maestro e non, come spesso accade, che l’accompagnatore debba urlare per attirare la sua attenzione.
3°) Che l’accompagnatore conosca perfettamente il bagaglio tecnico\tattico dell’allievo. (Questa condizione dovrebbe essere superata se l’accompagnatore è anche il Maestro).
Tenendo conto delle indicazioni fornite dalla psicologia che ritiene ottimale per una reciproca comprensione in situazioni di stress emotivo il FARE piuttosto che il NON FARE, i capisaldi della relazione biunivoca in esame potrebbero essere:
a) Di tipo estetico\posizionale : “Stai più piegato” , “Stai più vicino\lontano all’avversario” , “Alza il pugno”, “Non dare il ferro”, “Sei a fondo pedana”
b) Di tipo tattico : Il Maestro suggerisce\impone l’atteggiamento tattico generale più idoneo nei confronti di un determinato spadista senza indicare quali gesti motori (azioni) utilizzare. “Attacca”, “Para”, “Arresta”,” Devi eseguire il controtempo”, “Lavora in seconda intenzione”, “X secondi al termine del tempo”.
c) Di tipo tecnico : Il Maestro suggerisce\impone l’esatta azione da eseguire. Quindi non si limita ad “Attacca, para, arresta” ma “Attacca con finta e cavazione , con filo di terza, con presa di ferro di terza\quarta\seconda e botta, e cavazione……… para di seconda\di quarta\di contro di quarta\………e rispondi alla gamba\al petto\al polso\ al braccio\in flèche \arretrando\ con l’affondo……….arresta in avanti al petto, arretrando al braccio………..
d) Di tipo psicologico : Nella spada, per la presenza del colpo doppio, l’assenza della convenzione, la totalità del bersaglio el’eterogeneità dello spirito con il quale ognuno di noi affronta un assalto importante, questo tipo di intervento risulta molto difficile.
Le parole ed i gesti che l’accompagnatore dovrà utilizzare varieranno quindi da atleta ad atleta.
Anche per questo tipo di intervento è fondamentale l’attenta osservazione del Maestro durante gli allenamenti.
A questo proposito dovrà essere abbandonato da parte dei nostri ragazzi e dei genitori ( Che cosa hai fatto in palestra? Hai fatto lezione? No? Come mai? Ma tizio l’ha fatta? Ne hai diritto come gli altri ecc, ecc, ecc,) il concetto secondo il quale l’assenza della lezione nel corso di una seduta di allenamento diminuisce o annulla l’importanza della stessa. Dal principiante al campione l’osservazione e gli interventi dei Maestri durante gli assalti in palestra sono di FONDAMENTALE importanza per mettere in grado l’uno di recepire i consigli nelle gara e l’altro di individuare le soluzioni tecnico\tattiche ottimali.
Ezio